VERSO LA SEDE REFERENTE

Ddl Pillon, la maggioranza prende tempo

In tempi non sospetti lo avevamo anticipato; non è un plurale maiestatis ma è il riconoscimento a quanti hanno contribuito alla discussione che ha portato alla costituzione del COM.SEP.

Una questione così importante come un provvedimento di modifica del diritto di famiglia non poteva essere oggetto di un quasi golpe parlamentare voluto da un senatore della Lega che confidava in una rapida approvazione del suo scellerato DDL; entro Natale, aveva promesso a quegli squinternati dei padri separati riuniti in false associazioni.

Ma il rispetto della dialettica democratica non è nel DNA della Lega, né evidentemente nel DNA politico del sen. Pillon, né tantomeno in quello dei padri separati che hanno scritto il DDL.

Adesso la discussione si sposta in Aula, al Senato, e vedremo di far cadere uno per uno tutti i pilastri di questo DDL e degli altri collegati.

L’unica modifica alla Legge 54/2006, e quindi al Codice civile per gli aspetti della separazione e affidamento dei minori, è quelle di introdurre i principi della Convenzione di Istanbul.

1) Niente mediazione familiare nei casi di violenza in famiglia (art. 48).

2) I diritti dei minori alla sicurezza e alla propria incolumità sono diritti prioritari rispetto a ogni preteso diritti degli adulti (art. 23 e 31); questo significa niente affido e niente frequentazione per il genitore violento o abusante.

Questo è l’unica base per una discussione sulle modifiche al diritto di famiglia.

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