SENZA TITOLO

L’immagine che apre questa nota è lo screenshot di un lungo post su Facebook; ho cancellato riferimenti e nomi di persone.

Il post è scritto da una ragazza rinchiusa in una comunità perché rifiuta di incontrare il padre, da lei accusato di violenza e di abusi sessuali; in altre comunità sono stati rinchiusi i fratelli, sempre per lo stesso motivo, accuse al padre di violenza e abusi sessuali.
Si tratta, a mio modesto parere, di un chiaro abuso giudiziario; sia pure nella presunzione, non supportata da prova alcuna, che la madre di questi ragazzi sia riuscita a manipolarli tutti e quattro, che senso ha rinchiudere i ragazzi?

Sulla base di quale norma i giudici minorili e delle separazioni assumono decisioni così gravi? Per quanto a me noto, non esistono norme che lo consentano, se non quando il minore sia «moralmente o materialmente abbandonato o è allevato in locali insalubri o pericolosi, oppure da persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere all’educazione di lui» (art. 403 cc); in assenza quindi di tali situazioni ogni allontanamento, per iperbole cattura, è arbitario. E rinchiudere i minori in comunità è a tutti gli effetti una carcerazione preventiva.

Io non vedo molte differenze con i giudici egiziani che da oltre un anno tengono in carcerazione preventiva un ricercatore universitario, e i tanti altri dissidenti del regime.

Il plagio, ancora questa assurdità; eppure la Corte Costituzionale nel 1981 è stata chiara: «Presupponendo la natura psichica dell’azione plagiante è chiaro che questa, per raggiungere l’effetto di porre la vittima in stato di totale soggezione, dovrebbe essere esercitata da persona che possiede una vigoria psichica capace di compiere un siffatto risultato. Non esistono però elementi o modalità per potere accertare queste particolari ed eccezionali qualità né è possibile ricorrere ad accertamenti di cui all’art. 314 c.p.p.. non essendo ammesse nel nostro ordinamento perizie sulle qualità psichiche indipendenti da cause patologiche. Né è dimostrabile, in base alle attuali conoscenze ed esperienze, che possano esistere esseri capaci di ottenere con soli mezzi psichici l’asservimento totale di una persona».

Chi ancora oggi parla di plagio o pensa che bambini che accusano un genitore di violenza o di abusi sessuali siano stati plagiati dall’altro genitore, parla e pensa contro i diritti costituzionali di ciascuno.

Come la ragazza dimostra nel suo post, chi cerca di plagiarla sono proprio i cosiddetti specialisti, i consulenti tecnici dei giudici; e come il post dimostra, nonostante la loro autorità non riescono a plagiarla.

La ragazza, che mostra con il suo post molta maggiore maturità e intelligenza critica dei cosiddeti esperti, conclude con una citazione di Dietrich Bonhoeffer, probabilmente del tutto sconosciuto ai cosiddetti esperti e ai suoi carcerieri, le cui conoscenze non vanno sicuramente oltre Gardner e i suoi accoliti. Bonhoeffer, teologo e uno dei massimi filosofi del ‘900, fu oppositore del nazismo, rinchiuso in carcere per le sue idee e giustiziato. Il nazismo rinchiudeva i dissidenti e gli oppositori; il patriarcato continua a rinchiudere i dissidenti e gli oppositori. Il vero pericolo per i minori sono il patriarcato e i suoi adepti.

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