SCHIZOFRENIA – II

Bleuler

La parola schizofrenia, pur costruita con due termini derivati dal greco antico, ‘schizo’ che significa diviso, scisso, e ‘frenia’ che significa mente, anima, è in realtà un termine molto più recente; la sua nascita risale al 1911 e si deve a uno psichiatra svizzero, Eugene Bleuler.

Il Dr Beluler, direttore di una clinica psichiatrica universitaria a Zurigo, in realtà non ha scoperto proprio nulla, si è solo limitato a cambiare nome a una ‘malattia’ identificata da uno psichiatra tedesco, Emile Kraepelin, docente di psichiatria all’Università di Heidelberg e poi a Monaco di Baviera, e da lui chiamata demenza precoce.

Ma anche l’illustre Kraepelin non è che abbia quei grandi meriti che la psichiatria gli riconosce; si è limitato a unificare, a suo giudizio, delle condizioni cliniche e comportamentali già descritte da altri medici prima di lui.

Si aprono quindi due importanti questioni:

a) da un lato quella di valutare la legittimità, sul piano scientifico, di unificare delle condizioni che altri hanno descritto singolarmente;

b) dall’altro quella di valutare se tali condizioni avessero a loro volta caratteristiche di malattia.

Di fatto c’è che sia la diagnosi di schizofrenia (Bleuler) sia quella di demenza precoce (Kraepelin) incontrarono all’epoca, siamo tra la seconda metà del 1800 e i primi anni del 1900, delle critiche di non poco conto.

Una prima critica è quella del Dr Victor Parant, Direttore della Maison de Santé di Tolosa. Nell’agosto del 1904 al Congrés des aliénistes et neurologistes il Dr Parant nella sua relazione cita una casistica degli ultimi dieci anni del suo lavoro affermando che la denominazione di demenza precoce poteva applicarsi al 4-25% dei casi e non alla totalità del campione studiato.

Egli scrive:

 On veut donner ce nom à une sorte d’entité englobant des états très diverses et dont le disparate est si grand que, sans la perte des facultés mentales, on ne voi pas quels rapports ils ont les uns avec les autres, e sur ce point la faiblesse de la doctrine est vraiment extrème.

E cioè:

 Si vuol dare questo nome a una sorta di entità inglobante stati molto diversi e nei quali la disparità è così grande che, senza la perdita delle facoltà mentali, non si vede quali rapporti abbiano gli uni con gli altri, e su questo punto la debolezza dottrinale è davvero estrema.

Aggiungendo alla fine della sua relazione:

 Les conception récentes, présentées sous le nom de démence précoce, son purement artificielles, elles ne reposent que sur des affirmations sans preuves qui ne justifient ni le séméiologie ni l’anatomie pathologique.

Ovvero:

Le concezioni recenti, presentate sotto il nome di demenza precoce, sono puramente artificiali, esse non poggiano che su affermazioni senza prove che non sono giustificate né dalla semeiologia né dall’anatomia patologica.

Anche successivamente sono state espresse critiche verso questo concetto che due psichiatri di una clinica di Ginevra, il Dr De Morcier e il Dr Morel, hanno definito come ‘malattia fittizia’.

Ma nonostante queste critiche il concetto di schizofrenia come malattia portante della psichiatria si è imposto e domina tuttora il panorama psichiatrico.

REFERENZE BIBLIOGRAFICHE

 Parant V (1904), Revue critique d’une prétendue entité morbide dite Démence Précoce, Ann Med-Psych, n° 1, 1905, pagg 229-241, Masson, Paris.(http://www2.biusante.parisdescartes.fr/livanc/?cote=90152x1905x01&p=229&do=page)

 De Morsier G, Morel F (1929), Critique de la notion de Schizohrénie, Ann Med-Psych, n° 2, pagg 406-415. Masson, Paris. (http://www2.biusante.parisdescartes.fr/livanc/?cote=90152x1929x02&do=pdf)

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