LA CARTA DI NOTO E IL PRINCIPIO DI AUTORITÀ

non il possesso della conoscenza, della verità
irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca
critica, persistente e inquieta, della verità
.
(K. Popper)

Della carta di Noto, quarta edizione 2017, e delle sue pecche e lacune che la rendono priva di validità scientifica, mi sono già occupato.
Ritorno sul tema per quanto riportato dai giornali in questi giorni, e cioè che, circa i fatti di Bibbiano, vi sarebbe stata la violazione della carta di Noto.
L’espressione è virgolettata, quindi presumo sia tratta letteralmente dall’ordinanza del giudice.
Egregio sig. Giudice, lei sarà a conoscenza che la cosiddetta carta di Noto è ritenuta, per plurime sentenze della Suprema Corte di Cassazione, priva di valore normativo e precettivo.
Riporto dal testo “L’alienazione parentale nelle aule giudiziarie”, pag. 183.

«Come riporta Ugo Fornari nel suo Trattato a pag. 636, più volte la Suprema Corte di Cassazione (Sezione III, 14/12/2007, n. 6464; 10/4/2008, n. 20568; 16/12/2010, n. 15157) si è espressa sul tema affermando che l’inosservanza dei criteri della Carta di Noto che riguardano la conduzione dell’esame dei minori vittime di abusi sessuali non determina nullità o inutilizzabilità dell’elaborato peritale (Fornari, Trattato di psichiatria forense).
Con successiva sentenza del 2014 la Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che “in tema di perizia sulla capacità d’intendere e di volere, l’inosservanza da parte del perito delle linee di condotta fissate dalla Carta di Noto per l’espletamento della stessa, non comporta la nullità o la inutilizzabilità della perizia medesima, trattandosi di indicazioni prive di valore normativo” (Cass. pen. s. I, n. 37244 dell’8 settembre 2014).
»

Ma c’è di più.
La carta di Noto non ha alcuna validità scientifica; nel documento citato ho già messo in ampia evidenza i concetti antiscientifici che vi sono espressi.
Aggiungo qui che la mancanza di una bibliografia di riferimento, che supporti le affermazioni ivi contenute, la rende priva di validità scientifica anche dal punto di vista formale, prima che nel merito.
Nel mondo scientifico moderno la scientificità di un concetto, una proposizione, una teoria, non promana dall’autorità di chi la esprime (principio di autorità) ma dagli studi scientifici che la sostengono, dalla letteratura del settore, dalla bibliografia posta alla sua base.
La carta di Noto, e non solo essa, si basa ancora sul principio di autorità, come nel Medioevo; i suoi estensori ritengono, evidentemente, che per riaffermarne la validità sia sufficiente la propria autorità, che non sia necessario corroborare le affermazioni ivi contenute con riferimenti bibliografici che ne dimostrino la validità scientifica.
Ma il principio di autorità appartiene al Medioevo, quando erano sufficienti l’autorità di Aristotele e della Bibbia per sostenere la validità scientifica di una teoria; e guai a chi osava metterla in discussione, si rischiava di essere messi al rogo.

Oggi il rogo è sostituito dalla gogna mediatica.
Queste cose sono spiegate molto bene nel libro di Paolo Rossi, La nascita della scienza moderna in Europa.
Volendo andare sul semplice si possono consultare i seguenti link, questo e questo, che lo spiegano molto bene.
Volendo andare sul difficile, consiglio Karl Popper, La logica della scoperta scientifica e Thomas Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche.
Di recente mi è stato consigliato di leggere qualcosa di Lakatos e Feyerabend, e per ora sto approcciandomi a Sull’orlo della scienza.

Quante sciocchezze sono state sostenute nel passato, sino al Medioevo, e quanti roghi accesi, nel nome di Aristotele e della Bibbia.
La terra era al centro dell’universo e il sole le ruotava intorno (teoria tolemaica); è solo nel 1543 che un prete polacco, Nicolò Copernico, diede alle stampe il suo libro (Delle rivoluzioni dei corpi celesti) che fece crollare tutto il sapere precedente sul moto dei corpi celesti. Ma ne ebbe talmente paura che autorizzò la pubblicazione dei suoi studi solo in punto di morte.
Nella medicina dominavano le idee di Galeno che erano oggetto di insegnamento universitario; tra queste che il cuore avesse tre cavità. Fu uno studente dell’università di Padova, André Vésale, italianizzato in Vesalio, che dimostrò la falsità delle idee di Galeno.
E così via.
La psicologia giuridica è ancora nella fase medievale della costruzione del suo sapere; si basa sull’autorità dei ‘maestri’, che non può essere messa in discussione pena il crollo dell’intero sistema: Gardner per la PAS, Bernet per l’alienazione parentale, Gulotta per la suggestionabilità dei minori, Sartori per l’amnesia infantile, Camerini per le ‘devastanti conseguenze della PAS comunque la si voglia chiamare’, ecc.
Studi alla base di queste affermazioni? Meno di zero, e se citati sono datati e confutati da studi successivi che dimostrano il contrario e che però loro non nominano, li occultano.
Bisogna credere loro sulla parola, un atto di fede, il principio di autorità, appunto, come nel Medioevo.

Ma torniamo alla carta di Noto, che io considero il perfetto salvacondotto per i pedofili e per i genitori violenti. Perché, se si sostiene che i bambini che denunciano abusi non possono ricordarli per via della cosiddetta amnesia infantile (che riguarda invece gli adulti e non i bambini, come ha scritto Freud) e che, quindi, quello che dichiarano è frutto di suggestione, si è, pre-giudizialmente, salvato il pedofilo.
Tra i suoi firmatari, alcuni avvocati esperti nella difesa dei presunti pedofili (nessun intento diffamatorio, è ovvio che chi è indagato per pedofilia abbia diritto alla difesa e ovviamente si rivolgerà agli avvocati con maggiore esperienza), e non c’è miglior difesa di quella che discredita i testimoni; poi alcuni psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili che supportano questa difesa con concetti pseudo-scientifici (PAS, alienazione parentale, amnesia infantile, suggestionabilità dei minori, ecc); infine una giudice di Cassazione che ha sposato in pieno queste falsità scientifiche, ritenendo che un bambino non possa conservare il ricordo di un eventuale trauma, come si può leggere qui alla pagina 82.

La memoria del trauma è, purtroppo, drammatica e indelebile.
Fino a quando i giudici non riusciranno a liberarsi dai condizionamenti antiscientifici della psicologia giuridica i bambini vittime di violenza o abusi, e i genitori protettivi, non troveranno giustizia nei tribunali.

Tornando alla carta di Noto: dire, scrivere, che c’è stata violazione della carta di Noto è un’affermazione che non ha senso alcuno; tutt’al più la stessa può avere valore vincolante solo per i suoi firmatari, come qualsiasi contratto privato (ma sono loro i primi che non la rispettano).
Si ritiene che qualcuno a Bibbiano abbia agito in maniera professionalmente scorretta? Bene, chi lo ritiene faccia un esposto ai rispettivi Ordini professionali e saranno gli Ordini professionali, in totale autonomia, a valutare l’operato degli iscritti, rispettando il diritto alla difesa di chi è soggetto a procedimento disciplinare.
Diritto alla difesa che la gogna mediatica non rispetta affatto; si stanno accendendo i roghi perché l’etica di certa stampa è ancora medievale, è ancora quella di individuare un ‘eretico’ e metterlo al rogo senza processo.
Non è giornalismo questo, sono solo pettegolezzi tra comari che hanno trasformato le piattaforme mediatiche nel classico pianerottolo.

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