FRAMMENTI DI INCONTRI PROTETTI – I

Madre: Stai tranquilla, tranquilla…
Minore (rivolta allo Psicologo, parlando della madre): …mi costringe…
Psicologo: Che bella …
Madre: Ma dottore, non si può andare avanti così … non è normale … mi dica lei …
Minore: Io lunedì non sono neanche andata a scuola.
Madre: Non è andata a scuola lunedì… i compiti prende benino… prima prendeva dieci…
Psicologo: Dai, vieni a parlare con la dottoressa. (Assistente sociale)

Assistente sociale: Ciao: fammi un po’ di compagnia … vedi che bella bimba.
Psicologo: Vedi che bel sorriso che ha …
Assistente sociale: Che c’è?
Minore: Non voglio entrare… (piange)
Assistente sociale: Dammi la manina …
Minore: No.
Assistente sociale: Che bella piccina … ha gli occhi come i tuoi.
(voce femminile): Io una volta ero bella.
Minore: Lo sei. Io lunedì non sono andata a scuola perché mi fate sentire male …
(voce femminile): Chi ti fa sentire male?
Minore: Loro, perché mi costringono.
(ridono)
(voce femminile): Ha ragione mio figlio; quando era piccolo, mio figlio un giorno stava vedendo un film e venne da me e disse: “mamma, tu fai l’assistente sociale, ma tu non sei come gli altri assistenti sociali; tu dovresti denunciare perché dicono che gli assistenti sociali sono cattivi, invece non è vero”.
Psicologo: Cattiva è la nostra assistente sociale? No, mamma mia…
(voce femminile): E niente, sì, devo denunciare, perché non è vero quello che si dice nei film.
Assistente sociale: Ma lei lo sa che sono buona, vero?
Minore: No.
A: Come no?
(voce femminile): È cattiva?
Minore: Sì, perché mi costringete a stare in una stanza dove non voglio stare… non è per la stanza… è per… (viene interrotta con delle risate).
Assistente sociale: Vuoi fare una passeggiata con me?
Minore: No.
(voce femminile): Perché non ve ne andate ai giardini?
Assistente sociale: Andiamo ai giardini a giocare?
(voce femminile): Sì, Cambiate luogo…
Assistente sociale: Vuoi che cambiamo luogo?
(voce femminile): Ma tu questa stanza l’hai vista?
Minore: Ma non c’entra la stanza: è per un’altra cosa …
(voce femminile): Che cosa?
Minore: È perché mi fanno vedere una persona che non voglio vedere …
(voce femminile): Una persona che non vuoi vedere … ma questa persona,                                 Minore: Io me ne voglio andare …
Assistente sociale: La mamma se ne è andata oramai …
Minore: Non è vero… non fa niente, me ne vado da sola. Non me ne importa niente … me ne vado.
Assistente sociale: Andiamo ai giardini? Ti devo dire una cosa … Ci laviamo le manine che sono …
Minore: No, perché io sono agitata.
(voce femminile): Quando sei agitata, le tue mani sono sudate?
Minore: Io sudo e ce le ho fredde.
(voce femminile): Vediamo … ghiacciate … povera piccina …
(voce femminile): Ti faccio vedere questa altra stanza.
Minore: No, fatemene andare … me ne voglio andare … Voglio andare da qua … LASCIAMI!
Assistente sociale: Ascolta: tu mi stai rendendo il lavoro difficile.
Minore: Anche tu, guarda!
Assistente sociale: Perché a noi hanno detto determinate cose e noi dobbiamo … ma vieni qui …

(voce femminile): Come sei grande … quanti anni hai?
Minore: Il problema è che non voglio vedere quella persona.
(voce femminile): Chi?
Minore: Mio padre, perché è cattivo.
(voce femminile): Mah? E perché?
Minore: Non si possono raccontare …
(voce femminile): Non si possono raccontare, e vabbé … ma mica stai da sola: ci sono loro
Minore: Si, lo so, però quando io me ne voglio andare non me ne fanno andare
(voce femminile): Allora fai una cosa: ora che loro devono stare con te, stai tranquilla … perché non stai sola con lui, stanno loro.
Minore: Lo so, però io me ne voglio andare
(voce femminile): E se poi te ne vuoi andare, ci provi, no?
Minore: Infatti … io cerco di andarmene, ma non mi fanno andare.
(voce femminile): Eh, si, è normale, perché loro dicono “ma se stiamo noi perché se ne vuole andare?”
Minore: Perché io me ne voglio andare, non lo voglio vedere anche se stanno loro.
(voce femminile): Ma tu lo vedi una volta ogni tanto.
Minore: E non mi interessa: non lo voglio vedere più … mi state facendo agitare.
(voce femminile): Anch’io: vedi le mie mani? Come dobbiamo fare con queste mani … che dai alle persone … è brutto, no? Ma perché, quando vieni interrogata sudi?
Minore: Sì, certe volte.
(voce femminile): Quando specialmente hai matematica? Ci sono le tabelline o è presto?
Minore: No, le ho studiate tutte.
(voce femminile): E le sai tutte, bene? E non ti sudano quando vieni interrogata? E in italiano e in storia …
Minore: Bene.
(voce femminile): Quanto hai preso come voto finale in pagella?
Minore: Dieci.
(voce femminile): E in disegno?
Minore: In disegno dieci e lode.
(voce femminile): Addirittura la lode … figurati le maestre come sono contente.
Minore: Sì, ma questi giorni sto …
(voce femminile): È che stai nervosa.
Minore: Sto nervosa.
(voce femminile): E stai nervosa pure a scuola, scommetto … così succede, mannaggia …
(voce femminile, rivolta allo Psicologo): Mi ha detto che prende dieci e lode in disegno a scuola.
Psicologo: Ooh, dobbiamo far vedere alla dottoressa quanto sei brava.
(voce femminile): Vediamo … senza sudare, sennò bagni il foglio … dai, non sta nessuno, che noi tre siamo …
Minore: Che faccio?
(voce femminile): Metti la sedia meglio.
Minore: Cosa disegno?

Psicologo: Fai un disegno del pagliaccio.
Minore: Non lo so fare…
(voce femminile): Ma bimba …
Psicologo: Vedi che qui siamo di fronte ad una professionista del disegno.
(voce femminile): Devo aver paura: lei mi ha detto che in tutte le materie prende dieci ed in disegno dieci e lode … abbiamo una pittrice …
(voce femminile): Che vuoi fare da grande?
Minore: Non lo so.

Psicologo: Ma poi riesce a cogliere alcuni aspetti; l’altra volta fece me con i capelli … mi ha disegnato con i capelli così …
(voce femminile): Ma come l’hai fatto? (ridono) Più bello lo hai fatto.
Psicologo: Erano i particolari …

A: Ma io ti voglio bene, non mi devi trattare così … capito, amore?
(voce femminile): Continuiamo il disegno … girati dall’altra parte con la testa, che io non vedo, sennò … metti la testa dall’altra parte …
(voce femminile): Chi è? Che scatti come una molla … ehi, ti devi concentrare sul disegno, altrimenti io come faccio a vedere se sei realmente brava? Me lo ha detto lei, me lo ha detto il dottore: io devo vedere veramente se sei brava… … se mi fai un disegno così veloce veloce … dico “bugie mi hanno detto queste persone …”
(voce femminile): Chi ti ha imparato a disegnare? Da sola?
Minore: Sì, da sola.
(voce femminile): Disegni molto, allora?
Minore: Sì, tanto.
(voce femminile): Si vede … ma poi ti piace colorarli, anche?
Minore: E a te no?
(voce femminile): Si … che fa questa bambina? Dove la mettiamo? Su un foglio bianco? Dove la facciamo andare?
Minore: A fare una passeggiata.
(voce femminile): Dove?
Minore: Al parco.
(voce femminile): È proprio bello … quello è lo scivolo …
Minore: Sono le scale.
(voce femminile): Le scale dello scivolo … e la domenica ci vai?
Psicologo: Lo hai visto quant’è brava, ma poi con una prontezza … non indifferente … ehi, che tu sei la mia preferita, non te lo devi scordare … e non dire che non vuoi venire più qua
Minore: Io non ci voglio venire …
Psicologo: E come facciamo senza di te? Dobbiamo fare la foto?
(ridono)
(voce femminile): E questo cos’è? Un altro gioco del parco: l’altalena?
(chiacchierano del parco)
Psicologo: Scrivi il nome
(voce femminile): Non abbiamo finito ancora, dottore.
D: Che cos’è?
Minore: La fontana.
(voce femminile): È vero: così sta alla Villa, con i pesciolini.
Psicologo: Mo’ facciamo entrare papà e glielo facciamo vedere.
Minore: No, io me ne vado…
(voce femminile): E noi continuiamo il disegno … lo facciamo entrare …
Minore: No, me ne voglio andare, no …
Padre: , e dai …
Psicologo: Scrivi il nome e la data qua.
A: guardami un po’: la devi smettere di recitare questa parte, amore …
Minore: No, non sto recitando…
Padre: Si, è vero, perché sei una bravissima attrice.
Minore: Lasciatemi stare; già avevo mal di pancia e lunedì non sono andata a scuola
Padre: Madò …
Minore: Questo è il bene che mi vuoi, costringendomi a venire qua? Questo è il bene che mi vuoi, secondo te? Tu sei cattivo, mi costringi a venire qua e oggi dovevo andare da una mia amichetta: e lasciami! No, tu sei cattivo, lasciami stare …

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