DI SCUSE E ALTRE AMENITÀ

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Sta circolando il post di un collega su mie scuse verso di lui; scuse che effettivamente ho fatto tramite l’Ordine dei medici di Lecce.
Dimentica però, il collega, di premettere che le mie scuse a lui hanno semplicemente fatto seguito alle sue scuse nei miei confronti.
Trattandosi di vicenda, per così dire, privata, tra due professionisti e i rispettivi Ordini professionali, l’averla resa pubblica tramite Facebook, è cosa altamente inopportuna. Ma questo è lo stile del collega, ha bisogno della platea dei padri accusati dai figli di violenza o abusi sessuali e altri soggetti/e del medesimo stampo.

La vicenda in sintesi.
Venuto a conoscenza di un fatto alquanto disdicevole in ordine alla sua propria genitorialità, ho fatto alcuni commenti salaci sulla bacheca di miei contatti Facebook. Commenti subito ripresi da alcuni padri separati, che evidentemente stanno a spiare i nostri profili H24, e portati a sua conoscenza; quando dico ‘nostri’ intendo di tutti coloro che fanno corretta informazione per contrastare la loro disinformazione sull’alienazione parentale; si vede che diamo molto fastidio, a loro e ai loro conti in banca.

Non avendo da replicare, il collega mi ha inviato una mail abbastanza offensiva. Ho lasciato perdere.

Successivamente, intervenendo sull’Ordinanza della Cassazione che condannava l’uso dell’espressione ‘madre malevola’, annullando una sentenza della Corte di Appello di Venezia (la famosa Ordinanza del täterpyp – sempre Venezia dove ha sede lo IUSVE, fonte primaria della disinformazione sulla PAS), il collega se ne è venuto fuori scrivendo che quella di madre malevola non è una diagnosi da fare.

Peccato, per lui, che io ho una sua relazione tecnica nella quale, proprio lui, ha fatto questa diagnosi a una madre la cui figlia rifiutava il padre, da lei accusato di abusi sessuali incestuosi.

Relazione su cui è apposta una marca da bollo e c’è il timbro del tribunale; ne ho dedotto che fosse una perizia giurata. Chiaramente ho fatto questo commento, come sopra, in alcuni profili di miei contatti Facebook.

Il collega si è nuovamente risentito e mi ha inviato una seconda mail offensiva.

A questo punto ho fatto un esposto al suo Ordine dei medici.
Per ripicca ha rispolverato la vecchia questione dell’elenco dei sostenitori della PAS, dicendosi offeso per essere stato da me incluso in tale elenco.
Come ben noto, tale elenco risale al gennaio 2020 e, viste le diffide e minacce ricevute, eliminai subito la pagina dal mio sito. Non si offese allora ma dice di essersi offeso adesso, a circa tre anni di distanza. Si offende a scoppio ritardato? Boh? Ma poi, se sono loro stessi che firmano documenti favorevoli alla PAS, o alienazione parentale, rendendo pubblici tali documenti! Chi li capisce è bravo. Non si offendono se si autopubblicano, si offendono se vengono pubblicati da altri.
A questo punto, visto che lui si era già scusato con me non mi è costato nulla scusarmi per fatti che ritengo non siano offensivi, ma se proprio si è offeso …

Nel thread sul suo post si sono poi inseriti alcuni soggetti, svolgendo una tipica azione di sciacallaggio.
Cominciamo dal medico legale romano.
Non lo conosco; si discuteva, 2010-2011, sulla non scientificità della PAS mentre lui sosteneva con veemenza che fosse invece una vera e propria malattia.

Poiché ribattevo, colpo su colpo, citando bibliografia internazionale, alla fine abbandonò la discussione in malo modo.

Inutile dire che ho centinaia di gustosi screenshot su questo soggetto; pare sia divenuto sostenitore della PAS perché rifiutato dalle sue due figlie, ma ne ignoro i motivi.
Mi critica perché nel mio curriculum trovava articoli sulla schizofrenia e sulla psicofarmacologia ma non sulla PAS; cazzo, ma uno psichiatra di cosa si deve occupare? Uno psichiatra, che sia psichiatra, si occupa, ovviamente, di malattie vere e di terapie farmacologiche vere, non di false malattie e di terapie della minaccia.
Non mi ero mai occupato di PAS proprio perché concetto del tutto sconosciuto alla psichiatria ufficiale; del resto questo collega non è psichiatra, quindi cosa vuole? Insegnare la psichiatria a uno psichiatra? Convincere uno psichiatra che la PAS è una malattia mentale? Ma mi faccia il piacere!!
Poi ha il cattivo gusto di sproloquiare sul caso che avevo seguito come CTP,  caso che non conosce e del quale non sa nulla. Eccolo qui. La Cassazione annullò tutti gli atti proprio per via della mia relazione di CTP.
Nella sua filippica dimentica il collega che nell’ottobre 2012 mi ha dato ragione, sulla non scientificità della PAS, il Ministro della Salute in carica all’epoca. Quindi discorso chiuso per sempre. La PAS non ha alcuna validità scientifica e chi la sostiene, sia pure come alienazione parentale, è fuori dalla scienza.

Veniamo poi allo psicologo Dadtux: le sue raffinate capacità dialettiche, oltre che scientifiche, si riassumono in questo post.

Secondo i collaudati metodi del Mossad avrebbero dovuto mandarmi una donna per farmi parlare; la sto ancora aspettando. Ma poi farmi parlare di che? Boh?

Poi interviene il sé dicente presidente di una inesistente federazione per la bigenitorialità, che all’epoca si qualificava come illustratore di fumetti ma che adesso pare sia diventato dott., o almeno così si qualifica nei convegni. Ha una laurea? Se sì perché non la rende nota? E se no perché millanta un titolo che non ha?
Poi interviene la corte dei miracoli dei padri rifiutati dai figli. Insomma, proprio un bel caravanserraglio.
Contenti loro …

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