Conclusione

Mi avvio ora alla conclusione.

Concludo qui questa prima parte.

L’utilizzo del concetto di PAS nelle CTU per l’affidamento dei minori ha causato una distorsione dei processi che ha comportato la negazione, l’occultamento delle violenze in famiglia e degli abusi sessuali sui minori; i CTU che aderiscono acriticamente al concetto di alienazione parentale mostrano scarso senso di ragionamento logico oltre a una formazione professionale approssimativa che dà ragione del duro giudizio espresso da Paolo Crepêt (1).

La psicologia giuridica ha manipolato la dichiarazione del Ministro della salute del 18 ottobre 2012 giungendo ad affermare che la PAS non era più una malattia dell’individuo (cosa sostenuta con veemenza sino al giorno prima) ma una malattia della relazione (2), iniziando a parlare di alienazione parentale; nella sostanza il concetto di base è rimasto identico, vale a dire la convinzione, errata, che il bambino che rifiuta un genitore sia manipolato dall’altro genitore. Alcuni psicologi giuridici hanno persino pubblicato un articolo sulla rivista “Psicologia contemporanea” per sostenere questo cambiamento di etichetta, riproponendo gli stessi sintomi della PAS, ribattezzati criteri, per diagnosticare l’alienazione parentale. Naturalmente criticai fortemente questo articolo (3). Del resto, anche la direttrice della rivista mostrò di avere le idee poco chiare in materia (4).

In un altro articolo (5) un gruppo di psicologi giuridici giunse a profetizzare l’imminente inserimento dell’alienazione parentale nel DSM-5; naturalmente il DSM-5 non ha classificato l’alienazione parentale perché ovviamente, come la defunta PAS, è solo spazzatura pseudoscientifica. Ma loro nella spazzatura ci sguazzano, evidentemente.

Anche il patetico tentativo di assimilare la loro alienazione parentale al problema relazionale genitore-bambino è stato un fiasco (6); e questo è davvero vergognoso, indegno di professionisti ed esperti quali dicono di essere. Se un problema relazionale esiste tra un genitore e un figlio è di tutta evidenza che tale problema di relazione esiste tra il bambino che rifiuta un genitore e il genitore rifiutato dal figlio. Per questi cotanto esperti invece il problema relazionale ci sarebbe tra il figlio e il genitore che non viene rifiutato, con il quale il bambino ha scelto di vivere, con il quale il figlio non ha nessun problema di relazione, anzi ha un’ottima relazione. Un modo di ragionare che fa seriamente dubitare, ancora una volta, delle capacità di ragionamento logico di questi soggetti.

E allora l’ottima relazione madre-figlio diviene una relazione simbiotica; un’altra totale assurdità perché la simbiosi madre-figlio pertiene ai primi mesi di vita del bambino (7) e se non si risolve entro i dodici-quindici mesi, quando inizia la fase della separazione-individuazione, dà luogo a problemi psicotici precoci del bambino (8). Ma questi soggetti non leggono, non studiano? La loro formazione e professionalità sono a un’unica dimensione, quella della psicologia giuridica, ovvero dell’ignoranza delle cose della psicologia.

Nel marzo 2013 la Cassazione si è pronunciata sull’utilizzo dei concetti scientifici in Tribunale, condannando l’utilizzo della PAS perché priva di validità scientifica. Questa pronuncia della Cassazione non ha minimamente scalfito le certezze granitiche di alcuni giudici sulla presunta manipolazione dei figli da parte delle madri; sempre assunta pre-giudizialmente e senza prove.

Più volte alcuni magistrati si sono espressi pubblicamente in favore della PAS (9).

La giustizia minorile e della famiglia è fortemente inquinata da questo concetto antiscientifico e fatica a disintossicarsi; risale addirittura al 2004, infatti, un articolo pubblicato sulla rivista ufficiale dell’AIMMF (Associazione dei magistrati minorili e della famiglia) che descrive la PAS (10). Chi ne abbia voglia può andare a vedere chi erano all’epoca i responsabili della rivista (11).

Articolo copia-incollato da questo (12) a firma di un certo Guido Parodi; non si trovano sue tracce in rete e se si clicca sul link al suo sito (www.guidoparodi.it) si viene reinviati a siti pornografici.

Nel 2011 ho proposto alla rivista dell’AIMMF la pubblicazione della traduzione in italiano, autorizzata dall’autrice, di un articolo della Prof.ssa Carol Bruch, insigne giurista statunitense, che demoliva il concetto di PAS proprio dal punto di vista giuridico; la risposta della rivista fu che tale articolo non era di loro interesse.

Particolarmente inquietante è quanto scoperto dall’associazione Finalmente liberi onlus (13), dell’avv.a Cristina Franceschini: ben 200 giudici onorari in situazione di incompatibilità e conflitto di interessi; risultavano infatti avere rapporti con comunità per minori, a volte addirittura in qualità di presidenti di queste strutture. Un aspetto, a mio parere, solo appena sfiorato da questa indagine.

Così come altrettanto inquietante è quanto emerso, ma subito sommerso, dall’indagine romana su mafia capitale (14); il muro di omertà intorno a queste vicende è ancora ben solido.

Le associazioni forensi, tra quelle decisamente schierate a favore della PAS e vicine alle associazioni dei padri separati, quelle ondivaghe, quelle che non si pronunciano, quelle che stanno a vedere come tira il vento, ecc., hanno contribuito a diffondere questo concetto. Né il Ministero della Giustizia sembra voglia intervenire a tutela della regolarità dei processi di separazione e affidamento dei minori; l’utilizzo della scienza spazzatura danneggia la Giustizia, consente l’affidamento dei minori ai genitori violenti o pedofili e il collocamento presso di loro.

In ambito penale la PAS e i suoi correlati (amnesia infantile, suggestionabilità del minore, ecc.) consentono l’archiviazione dei processi per abusi sessuali sui minori, e mandano assolti i padri abusanti.

Gli Ordini professionali dei medici e degli psicologi sono assenti circa le posizioni antiscientifiche assunte da alcuni loro iscritti; tutt’altro, arrivano ad avviare procedimenti disciplinari nei confronti di chi critica l’alienazione parentale. Ho conoscenza personale di un caso del genere; o forse degenere, emblematico della degenerazione culturale della psicologia ormai ridotta a quinta colonna dei genitori violenti o pedofili. E questo pur prescrivendo agli iscritti che l’informazione sanitaria deve essere “fondata sulle conoscenze scientifiche acquisite” (art. 55 Codice deontologico dei medici) e che sono tenuti a mantenere un “livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale” (art. 5 codice deontologico degli psicologi). Alcune segnalazioni ed esposti sono finiti nel nulla.

Non parliamo poi dei Servizi sociali comunali e dei consultori, quasi tutti indottrinati sulla PAS da convegni e corsi di formazione. Risalgono al 2014 le Linee guida per i Servizi sociali (15) per il contrasto alla violenza contro le donne; la PAS viene trattata e condannata alla pag. 58 delle linee guida, ma per la maggioranza delle assistenti sociali è come se tali linee guida non esistessero. E nel 2019 che ti fa l’Ordine degli assistenti sociali? Ti organizza un bel corso di formazione sulla PAS (16). E ad aprile 2020 si interessano ancora di PAS (17).

La SINPIA, società italiana di neuropsichiatria infantile, non ha ancora rimosso dalla linee guida (18) in tema di abuso sui minori il riferimento alla PAS e a Gardner, come più volte segnalato (19); naturalmente non è che una società scientifica debba obbligatoriamente accogliere segnalazioni provenienti da singoli medici, ma di certo non fa onore a una società scientifica, e a tutti i neuropsichiatri infantili italiani, il fatto che la SINPIA indichi tra i propri riferimenti bibliografici un apologeta della pedofilia, del tutto ignorante sulle questioni psichiatriche e dell’infanzia; questo la dice lunga sul livello di condizionamento subito dalla SINPIA. Oltretutto il riferimento (Gardner, 1984) è pure sbagliato perché Gardner pubblicò il suo articolo sulla PAS nel 1985.

Anche il CISMAI, coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, sensibilizzato nel 2011 sulla questione PAS, rispose negativamente; ci scrissero che non avevano la possibilità di impegnarsi nella lotta alla PAS. Né il CISMAI ha mai preso una posizione chiara e definita di condanna della PAS; nel documento depositato in Commissione Giustizia del Senato nel 2018 parlano della PAS come di “un tema tuttora scientificamente controverso” (20). Ma per favore!! La PAS è una bufala antiscientifica, è solo una strategia processuale per difendere i genitori violenti o pedofili.

La retorica sui padri separati ha contagiato tutti i media, facendo scomparire dalla scena pubblica le madri separate e i figli; vari personaggi, tra giornalisti e conduttori televisivi, sono padri separati e approfittano del loro ruolo pubblico per soffiare sul fuoco della PAS e dell’alienazione parentale, alimentando così un clima di odio contro le madri e contro le donne.

Alcune trasmissioni televisive sponsorizzano sfacciatamente la PAS e l’alienazione parentale e contribuiscono al diffondersi di questa fake news.

In quasi tutte le facoltà di psicologia e scienze della formazione imperversano i sostenitori della PAS e dell’alienazione parentale e svolgono insegnamenti sulla scienza spazzatura, tesi di laurea, tesi di master, ecc.; nell’indifferenza del MIUR che pure dovrebbe vigilare sui contenuti didattici e sulla coerenza scientifica degli insegnamenti e della ricerca.

L’unica associazione che da anni combatte questi orrori è il Movimento per l’Infanzia, dell’avv. Coffari (https://www.movimentoinfanzia.it/).

Di recente sono giunte a dare man forte nella lotta contro la PAS l’associazione “Maison Antigone” (http://www.maisonantigone.it/) cui è collegato lo studio legale “Studio legale donne” – https://studiolegaledonne.webnode.it/), e il “Comitato Madri unite contro la violenza istituzionale” (https://www.facebook.com/siamotuttelaura).

I centri antiviolenza delle Rete DiRe sono attivi nel contrastare la PAS e le brutture conseguenti, ma in altri centri antiviolenza sono presenti operatori che sostengono la PAS, o comunque non hanno le idee ben chiare su questa problematica, e combinano disastri.

Le cosiddette associazioni di padri separati sono l’elemento sovversivo in queste vicende; sono queste presunte associazioni che soffiano sul fuoco, che armano i padri separati contro le ex-mogli e i figli. A queste associazioni sono collegati vari professionisti, in particolare avvocati e psicologi, che sostengono il concetto di alienazione parentale e incitano i padri separati a trascinare in giudizio le ex-mogli, infischiandosene del benessere di figli. Dalle vicende che ho riportato se ne ha ampia prova. Non è difficile immaginare il giro di denaro intorno a queste associazioni.

Molte di queste presunte associazioni sono in realtà scatole vuote; di esse esiste solo il sito web, a volte nemmeno quello (es. GESEF, FENBI, Genitori sottratti, ecc.), non hanno una struttura associativa, non risultano iscritte agli albi delle associazioni, riportano come sede sociale indirizzi improbabili. Per esempio, nel caso di GESEF un piccolo garage a Roma in Via Domenico Ciampoli n. 14 (21), o nel caso di Genitori sottratti addirittura uno sportello bancomat di Poste Italiane a Bologna in Via Marsili n. 10/A (22).

FENBI è l’acronimo di Federazione Nazionale per la Bigenitorialità; dovrebbe quindi essere una federazione di associazioni di padri separati. Il sito web non esiste più (23); riportava come sede sociale una palazzina a Pordenone in Via Col di Lana n. 3. Stesso indirizzo di un’altra presunta associazione, il CIATDM; CIATDM è l’acronimo di Coordinamento Internazionale di Associazioni per la Tutela dei Minori, una cosa grossa quindi. Ebbene nulla di internazionale, dichiarava una sede a Pordenone e altre due a Gagliano del Capo (LE) e Racale (LE), in Puglia; tutta qui l’internazionalità di questa associazione (24). A che pro tutto questo fumo? Chi ne è in grado cerchi la risposta.

Elemento inquietante circa queste associazioni è l’interesse, e l’insistenza, che mostrano nei loro scritti e convegni, sui cosiddetti falsi abusi sessuali, sulle cosiddette false denunce, ecc.; a chi giova questa disinformazione? Non occorre essere complottisti per intuire in questo attivismo un interesse precipuo, se non proprio un piano preciso, per occultare gli abusi sessuali sui minori e le violenze in famiglia.

L’aspetto economico non è affatto secondario in queste vicende, si parla di decine, a volte centinaia di migliaia di euro spesi dalle famiglie che si separano. Gli autori di un articolo pubblicato nel 2012 (25) scrivono letteralmente: «se si vuole comprendere il senso del sostegno alla teoria della PAS basta seguire la pista del denaro»; le stesse parole usate dal Giudice Falcone nella lotta alla mafia. Come ho scritto più volte, la PAS è una grande quantità di denaro che cambia proprietario.

Nella seconda parte parlerò di altre CTU altrettanto drammatiche; siamo al 2020 e la situazione non sembra migliorare affatto.

NOTE BIBLIOGRAFICHE E SITOGRAFICHE

  1. https://bit.ly/3dzQqkg
  2. Concetto davvero singolare quando espresso da psicologi; le relazioni possono essere disfunzionali ma non malate, chi si ammala è l’individuo non la relazione.
  3. http://www.andreamazzeo.it/docu/zuppa-panbagnato.pdf
  4. http://www.andreamazzeo.it/docu/articolo_psicologia.pdf
  5. https://bit.ly/3aiCmcU
  6. http://www.alienazionegenitoriale.org/docu/chiarezza.pdf
  7. Galimberti U (2002), Enciclopedia di Psicologia. Garzanti.
  8. Mahler MS (1968), Le psicosi infantili. Boringhieri, 1972.
  9. https://www.youtube.com/watch?v=fD21wDY5RYY https://bit.ly/31aSNTL https://bit.ly/2NMT5gF https://bit.ly/3wmbi6d https://bit.ly/3rRxtxF https://bit.ly/2Pr9fNF https://bit.ly/3chAjY9
  10. http://www.alienazionegenitoriale.org/docu/aimmf_pas.pdf
  11. https://bit.ly/3gEeHYm
  12. https://bit.ly/3emb6vv
  13. https://www.facebook.com/finalmenteliberionlusofficial/
  14. http://andreamazzeo.altervista.org/blog/stelle-polari/
  15. https://bit.ly/32GqjC2, pag. 58
  16. https://bit.ly/3dHETzN, evento ID 34007
  17. https://bit.ly/3tHWM6R
  18. https://bit.ly/3eqzYCe
  19. http://andreamazzeo.altervista.org/blog/la-sinpia-e-la-pas/
  20. https://bit.ly/2OHdlAM
  21. Aspetto evidenziato nella relazione depositata in Commissione Giustizia del Senato nell’ambito della discussione sul DDL 735. http://www.alienazionegenitoriale.org/comsep/pdf/d-0006.pdf
  22. Ne parlo in quest’altro documento, sempre depositato in Commissione Giustizia del Senato.
    http://www.alienazionegenitoriale.org/comsep/pdf/d-0007.pdf
  23. Reperibile sull’archivio del web; il suo presidente si definiva illustratore di fumetti; una qualifica che conferisce molta competenza nel campo del diritto di famiglia. Attualmente al link http://www.fenbi.it si trova un sito di incontri online con ‘donne mature’.
  24. Un’analisi di questa presunta associazione si trova qui: http://www.andreamazzeo.it/pas/0005.htm
  25. http://jaapl.org/content/40/1/127.full

(Dal testo “Contro la PAS e l’alienazione parentale – Consulenze e pareri tecnici)